Per controllare i valori della glicemia è importante prestare attenzione non solo a quello che si mangia, ma anche a quello che si beve. Nella lista delle fonti di carboidrati che possono far aumentare la glicemia non mancano, infatti, alcune bibite, in particolare quelle zuccherate.
Altre bevande, invece, potrebbero addirittura aiutare a tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. Stiamo parlando del caffè, il cui consumo è stato associato a una riduzione del rischio di prediabete, condizione caratterizzata da livelli della glicemia più alti della norma, ma inferiori a quelli che portano a una diagnosi di diabete di tipo 2.
Questa associazione non è, però, immediata: sembra infatti che, nel breve termine, il consumo di caffè possa compromettere il controllo della glicemia dopo i pasti.
Cerchiamo di capire meglio se (e perché) il consumo di caffè può avere degli effetti benefici per la prevenzione e la gestione del prediabete, condizione che spesso evolve in diabete, ma che può essere contrastata efficacemente per evitare che ciò accada.
Associazione tra caffè, insulina e glicemia
Come accennato, alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di caffeina possa far aumentare significativamente la glicemia.
Un aumento dei livelli a digiuno di insulina è stato osservato dopo il consumo di quantità elevate di caffè per 4 settimane, dovuto probabilmente ad una riduzione della sensibilità all’azione dell’insulina.
L’insulina viene prodotta dal pancreas proprio in seguito all’aumento degli zuccheri nel sangue e stimola l’ingresso del glucosio nelle cellule.
Alcuni di questi effetti svaniscono però nell’arco di breve tempo. Per esempio, sembra che siano sufficienti 5 giorni consecutivi di assunzione di caffeina per non riscontrare più l’aumento della glicemia a digiuno.
Inoltre, ragionando sull’arco di anni, il consumo di caffè è stato associato sia a minori livelli di insulina, sia a una minor resistenza alla sua azione.
Non solo, studi a lungo termine hanno evidenziato un legame tra l’abitudine di bere caffè e un minor rischio di sviluppare il prediabete. In particolare, il rischio di prediabete potrebbe diminuire del 55% aumentando l’assunzione di caffeina da 65 a più di 152 mg al giorno.
Non solo caffeina
Bisogna poi aggiungere che i benefici del caffè sembrano essere indipendenti da quanta caffeina contiene. Ciò porta a ipotizzare che anche altre sostanze presenti nel caffè possano aiutare a gestire la glicemia. A entrare in gioco potrebbe per esempio essere l’acido clorogenico, un principio attivo in grado di migliorare il metabolismo del glucosio.
I meccanismi alla base dei benefici esercitati dal caffè con caffeina e da quello decaffeinato potrebbero però essere diversi: il primo è risultato associato a una migliore sensibilità all’azione dell’insulina, mentre il secondo alla funzionalità delle cellule beta del pancreas che la producono.
Caffè, una scelta migliore
Ulteriori ricerche permetteranno di confermare se il caffè, con tutti i suoi principi attivi, è davvero un alleato di chi vuole prevenire il prediabete.
In ogni caso, sembra che in caso di prediabete possa essere una bevanda decisamente migliore rispetto ad altre: infatti, quando il caffè (con o senza caffeina) viene bevuto al posto delle bibite zuccherate (anch’esse con o senza caffeina) il rischio di diabete diminuisce.
Questi risultati forniscono quindi un ulteriore motivo per ridurre il più possibile il consumo di queste bevande, che contribuiscono in maniera importante all’apporto di zuccheri aggiunti e che non sono dannose solo per chi presenta livelli di glicemia oltre la norma. È importante infatti ricordare che, per non aumentare il rischio di incorrere in problemi di salute come obesità, steatosi epatica, sindrome metabolica e diabete di tipo 2, vale per chiunque la regola di non eccedere con il consumo di zuccheri.
Fonti
1. SID. Alimentazione e diabete. https://www.siditalia.it/divulgazione/alimentazione-e-diabete
2. Mirmiran P et al. Long-term effects of coffee and caffeine intake on the risk of pre-diabetes and type 2 diabetes: Findings from a population with low coffee consumption. Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2018 Dec;28(12):1261-1266. doi: 10.1016/j.numecd.2018.09.001
3. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/prediabetes/symptoms-causes/syc-20355278
4. Bhupathiraju SN et al. Caffeinated and caffeine-free beverages and risk of type 2 diabetes. Am J Clin Nutr. 2013 Jan;97(1):155-66. doi: 10.3945/ajcn.112.048603
5. van Dam RM et al. Effects of coffee consumption on fasting blood glucose and insulin concentrations: randomized controlled trials in healthy volunteers. Diabetes Care. 2004 Dec;27(12):2990-2. doi: 10.2337/diacare.27.12.2990
6. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/diabetes/in-depth/diabetes-treatment/art-20044084
7. https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/2021-07/Sugar_infographic_multilingual_IT.pdf