Per funzionare correttamente, le cellule dell’organismo hanno bisogno di energia: la fonte principale è il glucosio, uno zucchero che viene introdotto con il cibo. All’interno del corpo, durante la digestione, il glucosio passa nel circolo sanguigno, ma per poter essere assorbito e trasformato dalle cellule c’è bisogno dell’intervento di un ormone, l’insulina, prodotta dal pancreas, che preleva il glucosio dal sangue e favorisce il suo ingresso nelle cellule. In questo modo, il livello di glucosio nel sangue diminuisce.
A volte, però, questo meccanismo non funziona, generalmente perché il pancreas non produce insulina in quantità sufficiente o perché le cellule sviluppano una resistenza all’ormone e non sono in grado di utilizzarla in modo corretto. Di conseguenza, il glucosio si accumula nel sangue.
Iperglicemia: cos’è?
La concentrazione di glucosio nel sangue è chiamata glicemia, e quando il livello dello zucchero è superiore al normale si parla di iperglicemia. I valori di riferimento per la glicemia, che indicano un normale livello di glucosio nel sangue, sono compresi tra 70 e 100 mg/dl dopo un digiuno di almeno 8 ore (questo parametro è chiamato glicemia basale o a digiuno). Livelli di glicemia basale leggermente superiori ai valori di riferimento indicano una condizione di disglicemia comunemente (ma secondo gli esperti impropriamente) chiamata prediabete, caratterizzata da un’alterata glicemia a digiuno (impaired fasting glucose, IFG), con valori compresi tra 100 e 125 mg/dl, o da una ridotta tolleranza al glucosio (impaired glucose tolerance, IGT) caratterizzata da valori di glicemia a 2 ore dopo carico orale di glucosio compresi tra 140-199 mg/dl.
Queste situazioni di glicemia leggermente superiore ai valori di riferimento, anche se non indicano una vera e propria malattia, devono essere tenute sotto controllo perché rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete, soprattutto del diabete di tipo 2, e delle malattie cardiovascolari.
Valori glicemici ancora più elevati, che indicano una vera e propria iperglicemia, possono portare alla diagnosi di diabete. Entrando più nel dettaglio, secondo le linee guida si può fare una diagnosi di diabete mellito quando sono presenti i sintomi tipici e si rileva un valore di glicemia uguale o superiore a 200 mg/dl, anche in una sola misurazione non necessariamente a digiuno. Se invece non ci sono sintomi indicativi, per la diagnosi è necessario rilevare, in due diverse misurazioni, una glicemia basale di almeno 126 mg/dl, oppure un valore uguale o superiore a 200 mg/dl dopo 2 ore dal test di carico orale di glucosio, oppure un valore di emoglobina glicata uguale o superiore al 6,5 per cento.
Quali sono le cause dell’iperglicemia?
La causa principale dell’iperglicemia, come detto, è la presenza di qualche anomalia nel processo di regolazione dei livelli di glucosio, che ne favorisce l’accumulo nel sangue.
Tra le altre possibili cause di aumento della glicemia ci sono:
- condizioni e malattie del pancreas e del sistema endocrino, che riducono la produzione di insulina o favoriscono la resistenza da parte delle cellule
- patologie renali
- assunzione di alcuni farmaci, per esempio corticosteroidi, antidepressivi, diuretici, estrogeni
- diabete sviluppato in gravidanza (diabete gestazionale)
- infiammazioni o infezioni
- reazione a una condizione di stress acuto, a seguito di ictus, infarto, intervento chirurgico
- nutrizione esclusivamente per via endovenosa
- consumo eccessivo di cibo e scarsa attività fisica.
Inoltre, manifestazioni di iperglicemia occasionale possono comparire anche nei bambini e nei giovani in alcuni momenti della crescita; difficilmente, comunque, il livello di glucosio raggiunge livelli che indicano una iperglicemia grave.
Va anche sottolineato che alcune condizioni aumentano il rischio di sviluppare iperglicemia: le più importanti sono il sovrappeso e l’obesità, la familiarità per il diabete di tipo 2, l’ipertensione (cioè la pressione alta), la dislipidemia (cioè l’alterazione del livello dei trigliceridi e del colesterolo nel sangue), il diabete gestazionale, la sindrome dell’ovaio policistico.
Come si manifesta la condizione di iperglicemia?
Se non si tratta di iperglicemia severa, generalmente questa condizione non causa sintomi specifici.
Un’iperglicemia occasionale può manifestarsi con una sensazione di malessere generale.
In caso di iperglicemia persistente con livelli di glicemia significativamente più alti rispetto ai valori di riferimento, possono comparire i sintomi tipici di una crisi iperglicemica:
- aumento della sete, con necessità di bere spesso (polidipsia)
- necessità di urinare frequentemente, soprattutto di notte (poliuria)
- aumento della fame
- secchezza della bocca e della gola
- mal di testa
- stanchezza e sonnolenza
- visione offuscata
- perdita di peso inspiegabile
- infiammazioni e infezioni ricorrenti della cute (che possono provocare prurito) e dell’area genitale
- intorpidimento o formicolio ai piedi o alle mani
- guarigione rallentata delle ferite.
Nel soggetto diabetico è esperienza piuttosto comune quella dell’iperglicemia al risveglio: la glicemia può alzarsi durante la notte (iperglicemia notturna) e nelle prime ore del mattino (iperglicemia mattutina) per diverse cause, legate alla terapia, all’alimentazione nelle ore serali o a fattori ormonali (il cosiddetto “effetto alba”).
Cosa comporta la condizione di iperglicemia?
Quando la glicemia è pericolosa? Quando preoccuparsi?
L’iperglicemia occasionale e i lievi rialzi della glicemia generalmente non hanno conseguenze e si risolvono spesso spontaneamente, senza necessità di trattamento.
Al contrario, un’iperglicemia severa rappresenta una situazione pericolosa che può esporre a rischi e complicanze importanti per la salute. Se non trattata, l’iperglicemia persistente aumenta per esempio il rischio cardiovascolare.
Un’importante complicanza dell’iperglicemia è la chetoacidosi diabetica, che si manifesta con nausea, vomito, dolore addominale, disidratazione, odore fruttato nell’alito, respiro accelerato, tachicardia (battito cardiaco accelerato), ipotensione (pressione bassa), stato di disorientamento e svenimento. Deve essere trattata in ospedale con urgenza: alla comparsa dei sintomi, quindi, è importante rivolgersi rapidamente al pronto soccorso.
Come si previene l’iperglicemia?
La chiave per mantenere la glicemia entro i valori di riferimento è uno stile di vita sano e la correzione di comportamenti sbagliati che possono esporre al rischio di iperglicemia:
- seguire un regime alimentare sano ed equilibrato, basato sul consumo elevato di frutta, verdura, legumi e cereali integrali e con un apporto limitato di zuccheri, senza esagerare nelle quantità di cibo
- evitare la sedentarietà, praticando con regolarità un’attività fisica a intensità moderata
- mantenere controllato il proprio peso corporeo
- limitare il consumo di alcol
- smettere di fumare
- effettuare controlli periodici della glicemia in presenza di fattori di rischio per l’iperglicemia.
In caso i valori di glicemia indichino una condizione di prediabete è importante:
- effettuare almeno un controllo della glicemia all’anno
- se si è sovrappeso, perdere circa il 5-7% del proprio peso corporeo
- dedicare almeno 20-30 minuti al giorno (150 minuti alla settimana) all’attività fisica di intensità moderata (per esempio la camminata veloce), prevedendo se possibile sia esercizi aerobici sia di resistenza
- seguire una dieta a basso contenuto totale di grassi, soprattutto di acidi grassi saturi, e ad alto contenuto di fibre vegetali; la dieta mediterranea è consigliata per ridurre anche il rischio cardiovascolare
- smettere di fumare.
Fonti
- Centers for Disease Control and Prevention. Prediabetes – Your Chance to Prevent Type 2 Diabetes. Disponibile all’indirizzo: https://www.cdc.gov/diabetes/basics/prediabetes.html
- Mayo Clinic. Prediabetes – Symptoms & causes. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/prediabetes/symptoms-causes/syc-20355278
- Istituto Superiore di Sanità. ISSalute. Iperglicemia. https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/i/iperglicemia
- AMD, SID. Standard di cura del diabete. Edizione maggio 2018. https://aemmedi.it/wp-content/uploads/2009/06/AMD-Standard-unico1.pdf
- Cosentino F, Grant PJ, Aboyans V, et al. 2019 ESC Guidelines on diabetes, pre-diabetes, and cardiovascular diseases developed in collaboration with the EASD. Eur Heart J. 2020 Jan 7;41(2):255-323.https://academic.oup.com/eurheartj/article/41/2/255/5556890?login=false
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