L’emoglobina è la proteina responsabile del colore rosso del sangue. È contenuta all’interno dei globuli rossi, dove svolge principalmente la funzione di trasportare l’ossigeno dai polmoni verso il resto del corpo.
Livelli di emoglobina ridotti sono associati all’anemia. Ma la concentrazione di questa molecola non è l’unico parametro interessante per la salute dell’uomo. Un’altra sua caratteristica interessante è il livello di glicazione, cioè quanto glucosio è presente sulla sua superficie. Infatti, mentre trasporta l’ossigeno nel sangue, l’emoglobina viene rivestita dal glucosio presente nel sangue, che si lega sulla sua superficie.1 Per questo si parla di emoglobina “glicata” (o anche di emoglobina “glicosilata”), spesso indicata con la sigla HbA1c (o A1c).
Scopriamo insieme quando l’emoglobina glicata è più alta dei valori normali e perché, quando preoccuparsi, qual è il legame tra prediabete ed emoglobina glicata e come abbassarne il valore.
Cosa indica l’emoglobina glicata
La glicazione dell’emoglobina è un evento fisiologico, ma perché l’emoglobina glicata è alta in alcuni individui, non solo anziani ma anche giovani? La spiegazione è semplice: valori di emoglobina glicata superiori alla norma dipendono da livelli di glucosio nel sangue eccessivamente elevati.
La glicemia troppo alta fa sì che l’emoglobina entri in contatto a lungo con molto glucosio e che, quindi, la sua superficie ne venga ricoperta.
Contrariamente ai valori di glicemia, quelli di emoglobina glicata non corrispondono alla concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) al momento della misurazione, ma rispecchiano la glicemia in un arco temporale più esteso. Infatti, il valore di emoglobina glicata è una media dei livelli di glucosio nel sangue nei 90 giorni precedenti l’analisi. Per questo possono verificarsi casi di glicemia alta con emoglobina glicata normale, e viceversa.
Il test dell’emoglobina glicata serve quindi a valutare, insieme alla misurazione di altri parametri (come la glicemia a digiuno), quanto l’organismo sia in grado di controllare i livelli di glucosio nel sangue.1 Valori al di sopra della norma possono indicare condizioni di prediabete e diabete (diabete di tipo 1, diabete di tipo 2 o diabete gestazionale).
Si parla di prediabete quando la glicemia è leggermente alta, ma non così tanto da indicare lo sviluppo del diabete.
In genere questa condizione non è associata a sintomi evidenti. Raramente, però, può essere accompagnata a:
- aumento dell’appetito
- perdita o aumento di peso senza apparenti motivi
- indice di massa corporea (IMC o BMI, dall’inglese Body Mass Index) elevato
- debolezza
- stanchezza
- sudorazione
- vista appannata
- rallentamento della guarigione di tagli e lividi
- infezioni cutanee o sanguinamenti gengivali ricorrenti.
Come si misura l’emoglobina glicata
L’unità di misura dell’emoglobina glicata è la percentuale. I valori di riferimento sono i seguenti:
- < 5,7%: ottimale, non-diabetico
- 5,7%-6,4%: prediabete
- > 6,5%: diabete.
Come si effettua l’esame
L’analisi dell’emoglobina glicata può essere effettuata sia attraverso un test rapido sia con un classico esame del sangue. Tuttavia, il test rapido che si può effettuare in farmacia o a casa deve essere confermato da analisi del sangue (non delle urine) effettuate in laboratorio.
Il test rapido richiede un piccolissimo prelievo di sangue effettuabile pungendo un dito, proprio come quando si effettua la misurazione fai-da-te della glicemia con il cosiddetto glucometro. Le analisi di laboratorio vengono invece effettuate su un campione di sangue raccolto in una provetta dopo un prelievo venoso effettuato da un operatore sanitario; in genere prevedono l’utilizzo della metodica HPLC.
In linea teorica, non è necessario il prelievo a digiuno e il campione di sangue può essere ottenuto in qualsiasi momento senza alcuna preparazione particolare.
L’esame condotto in laboratorio potrà aiutare a interpretare al meglio il significato della misurazione effettuata a casa o in farmacia. Quest’ultima, infatti, può essere meno accurata e portare a misurare livelli più bassi rispetto a quelli reali (in media, la differenza rispetto alle misurazioni condotte in laboratorio è pari a – 0,5%).
Diversi fattori possono però interferire anche con i valori misurati in laboratorio. Tutto dipende da quanto tempo sopravvivono i globuli rossi: per questo i risultati possono essere alterati dalla presenza di condizioni come l’anemia falciforme, la talassemia, l’insufficienza renale o malattie epatiche. Inoltre, anche aver ricevuto delle trasfusioni di sangue potrebbe alterare il risultato del test dell’emoglobina glicata. In questi casi, prima di emettere a una diagnosi è necessario valutare anche i livelli di glucosio nel sangue con un test a digiuno o con la cosiddetta curva glicemica.
In particolare, l’emoglobina glicata può risultare falsamente bassa in caso di altitudine elevata, gravidanza, emorragie, trasfusioni, somministrazione di eritropoietina, assunzione di ferro, anemia emolitica, insufficienza renale cronica, cirrosi epatica, alcolismo, anemia falciforme e sferocitosi.
Al contrario, le carenze di ferro dovute ad anemia, le emoglobinopatie (incluse quelle da carenza di vitamina B12), livelli di trigliceridi alti nel sangue, trapianti, l’appartenenza ad alcuni gruppi etnici e l’assunzione di alcuni farmaci (come gli immunosoppressori, gli inibitori delle proteasi e il cortisone) possono far aumentare i livelli emoglobina glicata e rappresentare, quindi, cause di risultati falsi positivi.
Gli integratori di vitamina C possono invece sia far abbassare, sia far aumentare l’emoglobina glicata.
Prediabete: che fare?
Il prediabete è reversibile: ciò significa che è possibile far tornare i livelli di glucosio entro i limiti considerati normali. Per farlo, è di fondamentale importanza agire sullo stile di vita, in particolare sulla dieta e sull’attività fisica. Inoltre, dal momento che il prediabete rappresenta un fattore di rischio per il diabete di tipo 2 e alcune malattie cardiovascolari, è importante che a un riscontro di prediabete segua un regolare monitoraggio della situazione. Per questo se l’emoglobina glicata risulta elevata è raccomandato ripetere le analisi. Ma ogni quanto? Le raccomandazioni dicono almeno una volta all’anno.
Scopriamo, allora, come abbassare l’emoglobina glicata, e quindi la glicemia.
Emoglobina glicata: come abbassarla
Per raggiungere l’obiettivo, ovvero far tornare nella normalità i livelli di glicemia o quantomeno non farli aumentare ulteriormente, è sempre raccomandabile agire sullo stile di vita. Questo approccio è senza dubbio efficace e da mettere in atto anche qualora si assuma un trattamento a base di medicinali per il controllo del glucosio nel sangue.
In particolare, le migliori strategie da mettere in pratica per la prevenzione del diabete sono:
- garantirsi un’alimentazione ricca di fibre
- praticare regolarmente attività fisica
- se si è fumatori, smettere di fumare
- se necessario, perdere peso.
Quest’ultimo punto è particolarmente importante. Secondo le linee guida dell’American Diabetes Association è possibile ridurre i livelli di emoglobina glicata con una perdita di peso moderata, compresa tra il 5 e il 10% del peso iniziale.
Per scegliere invece cosa mangiare è bene rivolgersi al proprio medico o a un nutrizionista per ricevere una dieta personalizzata in base alle proprie caratteristiche, tenendo conto che, in linea generale, contenere l’apporto di carboidrati sembra essere particolarmente utile per far fronte a questo problema.
Fonti
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